domenica 25 marzo 2012

Il libro proibito: Mein Kampf

Mein Kampf

Ancora vietata la pubblicazione degli scritti di Hitler 

Secondo una recente sentenza, in Germania resta ancora vietata la pubblicazione anche di soli stralci del tanto discusso "Mein Kampf" di Hitler, mentre in altri paesi e su Internet è possibile trovare liberamente tutto il libro.
Il prigioniero si trova in carcere accusato di tradimento dall’11 Novembre 1923, il suo tentativo di colpo di stato è fallito e la marcia nazionalsocialista sul quartiere generale di Monaco di Baviera si è conclusa in un bagno di sangue. Adolf Hitler, sembra essere arrivato alla fine. Ora ha tempo per meditare sul suo futuro in questa pausa forzata. Fuori, c'è il caos politico, l'economia è a terra, la disoccupazione dilaga, per le strade le forze di destra e di sinistra si combattono. La Repubblica di Weimar è in agonia. Nel chiuso della sua cella Hitler getta sulla carta la sua visione politica. In pochi mesi scrive "Mein Kampf", un grezzo miscuglio di elementi ideologici, di cenni autobiografici e di scopiazzamento di citazioni da altri libri e opuscoli politici. Scrive di idee razziste e anti-semite, parla di guerra e di rivoluzione nazionalsocialista e getta le basi per la sua futura leadership. Il libro viene pubblicato solo due anni più tardi, quando Hitler è di nuovo un uomo libero e ha fondato, con i suoi seguaci sparsi in tutta la Germania il NSDAP, il partito nazionalsocialista.


Il libro illeggibile

Un volume sovversivo diventa best-seller
Nel 1933 si raggiungono quasi 300.000 le copie del "Mein Kampf", vendute in una economica "edizione popolare", da allora il libro diventa un bestseller, lettura che deve essere assolutamente letta in ogni famiglia patriottica, libro scolastico e dono dello stato alle giovani coppie di sposi tedeschi. Gli storici, tuttavia, dubitano in realtà che l'opera sia stata effettivamente letta da milioni di persone. "Mein Kampf" in ogni caso, è stato un successo economico per il partito e per il suo editore, e lo stesso Adolf Hitler ne aveva tratto un bel po’ di guadagni. Anche all'estero, era possibile leggere il libro, esistevano traduzioni in francese, inglese, spagnolo e in molte altre lingue. Finita la Seconda Guerra Mondiale, nessuno voleva avere niente a che fare con il famoso libro di Hitler. Nelle famiglie tedesche esistevano ancora milioni di copie che furono distrutte come se si trattasse di un’eredità dolorosa - ma a quanto pare non tutte. In Inghilterra, ad esempio, nel 2005 e nel 2009, sono state ancora vendute a caro prezzo alcune copie autografate.

Uno sforzo patetico
Il giudizio degli storici è chiaro da decenni: il "Mein Kampf" viene definito un libro esaltato, irrazionale, farraginoso, confuso, ottuso, egocentrico, scritto male stilisticamente e politicamente misero. "Il curioso odore di depravazione che scaturisce da queste pagine, disgusta il lettore," scrisse una volta lo storico Joachim Fest  in un suo volume interamente dedicato a Hitler. "Mein Kampf" è stato il fallimento completo di un tentativo di formulare una visione del mondo. La storica viennese Brigitte Hamann trova la scrittura insopportabilmente noiosa, e in una recente intervista con il settimanale "Die Zeit"ha dichiarato: "Hitler di fatto non ha creato nulla. Ha sempre solo copiato, soprattutto da annotazioni scritte da emarginati politici".

Pubblicazione degli stralci del Mein Kampf in Germania
Propaganda pericolosa?
 In Germania è vietata la pubblicazione del libro, considerato come mezzo di propaganda anti-costituzionale e sovversione. Di fatto l’intenzione è di prevenire gli abusi e  le manipolazioni politiche sui lettori - argomento che oggi molti ritengono del tutto superato, visto che ormai la democrazia è consolidata da tempo. Lo storico britannico Ian Kershaw ha dichiarato una volta che il tentativo di censurare i lettori nell'era di Internet è una manovra inutile. In effetti, il libro è completamente o in parte accessibile in rete, oppure lo si può trovare nei negozi di antiquariato e persino all'estero. "Mein Kampf" è disponibile ancor oggi in molti paesi come l’ India, la Russia, la Turchia e la Croazia.


I limiti dei diritti d'autore
Nell’ambito di un contenzioso sulla pubblicazione di stralci del libro di Hitler da parte dell’ editore britannico Peter McGee nel suo settimanale storico "Zeitungszeugen" nei primi mesi del 2012 si è parlato anche dei limiti dei diritti d'autore in Germania. Dopo la Seconda Guerra Mondiale gli alleati hanno trasferito i diritti d’autore del manoscritto di Hitler all’amministrazione regionale della Baviera, perché Monaco è stata l’ultima residenza di Hitler. Furono confiscati tutti i suoi beni tra cui l’allora diritto di utilizzare il manoscritto politico. Il governo statale ha finora combattuto legalmente con successo ogni tentativo di pubblicazione di estratti del volume. Anche in questo caso: dopo che nel gennaio del 2012, era già stata notificato il divieto di pubblicare parti del manoscritto, il tribunale federale di Monaco ha confermato giuridicamente la sentenza, giovedì 8 marzo.
A dire il vero a 70 anni dalla morte di qualsiasi autore, il copyright non esiste più. E ciò significa che nel 2015, sette decenni dopo il suicidio del dittatore avvenuto  nel 1945, cessati i diritti d’autore, "Mein Kampf" potrebbe essere pubblicato nella sua interezza. Tuttavia a causa del divieto per sovversione e anticostituzionalità, la vicenda  resterebbe comunque inalterata.
E 'giunto il momento che un’ampia parte del pubblico abbia l'opportunità di confrontarsi con l'originale, ha dichiarato McGee, editore della rivista "Der Spiegel" prima della decisione del tribunale. Alcuni ipotizzano, invece, che il britannico sia spinto esclusivamente da interessi commerciali.


Numero delle presenze neonaziste espresse in migliaia dal 2001 al 2010 in Germania

Pubblicazione scientifica
Il libro intanto già da tempo è stato riadattato scientificamente. Presso l'Istituto di Storia Contemporanea di Monaco si sta preparando una prima nuova edizione commentata in maniera responsabile, che dovrebbe uscire prima che altri pubblichino gli scritti di Hitler solo per scopi commerciali. Lo storico viennese Hamann è scettico. Ne verrebbe fuori un lavoro di una decina di volumi, ha detto. "Stiamo  dando al “Mein Kampf” più importanza di quel che gli spetta." Sarebbe ipotizzabile, secondo lui,  semmai un’edizione tascabile, non si deve attribuire al libro tutta la nostra storia. Anche se ormai è assodato legalmente, resta la questione, se possono essere venduti stralci del libro nelle edicole tedesche. Il ministro federale per la famiglia Kristina Schroeder si è detta assolutamente contraria. Per capire l’atrocità degli atti nazisti, non sono certamente sufficiente gli innumerevoli ed importantissimi monumenti e luoghi di rievocazione dell’orrore nazista presenti in tutta la Germania. Dieter Graumann, presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania invece vedrebbe la pubblicazione come una distensione dei contrasti e si augura che il libro perda così un po’ della suo fascino."

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