giovedì 26 gennaio 2012

Giorno della memoria - Gedenktag 2012

Inchiesta del settimanale tedesco Stern sul Giorno della Memoria: 
I tedeschi non vogliono dimenticare il genocidio.


Ingresso di Auschwitz oggi
L’atteggiamento dei tedeschi riguardo al periodo nazionalsocialista è notevolmente cambiato. Sono sempre meno i cittadini della Repubblica Tedesca che vogliono metterci una pietra sopra, un quinto dei giovani però sa appena di che si tratta.

Quasi tutti i tedeschi conoscono l’ importanza di Auschwitz. In un’inchiesta effettuata dalla rivista Stern sul Giorno della Memoria, che viene ricordato questo venerdì 27 gennaio, il 90 percento degli intervistati, nel caso degli over 30 addirittura il 95 percento, ha immediatamente ha riconosciuto che si trattava del nome di un campo di concentramento. Solo tra i più giovani (in età compresa tra i 18 e i 29 anni) c’è una lacuna: in questo caso un quinto (21 percento) non sa cosa sia Auschwitz.

Molti tedeschi non sanno bene in quale nazione si trovi Auschwitz: in questo caso un terzo dei cittadini (31 percento) non sa rispondere, anche se il 69 percento ha risposto correttamente la Polonia. L’inchiesta della rivista ha anche riguardato l’interesse dei tedeschi per i monumenti ai prigionieri dei lager nazisti che è risultato superiore alla media nei tedeschi dell’ovest (46 percento) mentre per i tedeschi dell’est è risultato solo del 27 percento.
Monumento in ricordo di tutti i lager nazisti nel mondo
Molti tedeschi non sanno bene in quale nazione si trovi Auschwitz: in questo caso un terzo dei cittadini (31 percento) non sa rispondere, anche se il 69 percento ha risposto correttamente la Polonia. L’inchiesta della rivista ha anche riguardato l’interesse dei tedeschi per i monumenti ai prigionieri dei lager nazisti che è risultato superiore alla media nei tedeschi dell’ovest (46 percento) mentre per i tedeschi dell’est è risultato solo del 27 percento.



Dall’inchiesta è emerso anche un risultato che vale la pena sottolineare. Mentre nel 1994, alla domanda se si dovesse gettare un colpo di spugna sul passato si era espressa a favore la maggioranza (53 percento), ora lo vuole solo il 40 percento. Il 56 percento si è detto contrario a metterci una pietra sopra. Nei giovani in età compresa tra i 18 e i 29 anni si arriva persino al 65 percento tra coloro che non vogliono dimenticare il genocidio.


Sebbene l’interesse per il passato sia molto diffuso, il 65 percento dei cittadini dichiara che i tedeschi in base al loro passato non si sentono particolarmente responsabili verso gli altri popoli, mentre il 31 percento riconosce questa responsabilità.

Il 27 gennaio in Germania e in molti altri paesi vengono ricordate le vittime del nazismo. In questa data parlerà al parlamento tedesco Marcel Reich-Ranicki, uno dei pochi sopravvissuti del ghetto di Varsavia. La data ricorda l’apertura del Lager di Auschwitz Birkenau avvenuta il 27 gennaio 1945.


Io aggiungo: Quanti di noi italiani sappiamo che anche il nostro paese è stato complice dell'orrore nazionalsocialista permettendo anche sul nostro territorio la costruzione di un lager, la Risiera di San Sabba in Friuli, e inviando "carri bestiame" ai forni crematori di Auschwitz, Bergen-Belsen, Mauthausen, Dachau.
La responsabilità di un genocidio non si può ascrivere ad un popolo intero solo perchè una parte di esso in passato si è reso complice della follia di pochi. L'orrore della repressione nazista ha toccato duramente anche milioni di famiglie tedesche residenti in Polonia e nelle regioni di lingua tedesca invase dal Terzo Reich e "liberate" dall'esercito sovietico. Questo pochi lo ricordano, e quando invece molti identificano il tedesco con il nazista, allora ha ragione Jan Fleischhauer nel dire che "ci vogliono generazioni intere per far sparire i pregiudizi".

Quello che invece è responsabilità di tutti è: NIEMALS VERGESSEN!


giovedì 12 gennaio 2012

Dorfladen - Empori di campagna

Dorfladen a Barmen
Nei nostri paesi spesso non si trovano più quei tipici negozietti di paese come il panificio, il macellaio, il fruttivendolo. Andare al supermercato è più comodo, si trova tutto quello di cui si ha bisogno e anche di più. In Germania però qualcosa sta cambiando. 
Nella regione Nordrhein Westfalen è partito un progetto che sta facendo scuola: il DORV, un grande emporio di campagna.
Chi non sogna di poter vivere in campagna, dove c’è silenzio, il paesaggio è verde, le auto sono rare. Ma allo stesso tempo molti ci vedono anche degli svantaggi, tra cui la lontananza dai centri commerciali o dai servizi essenziali, come l’ufficio postale o la farmacia. Da qualche anno a Barmen, un paesino nel nord della Germania situato tra Köln e Aachen, è partito un progetto per far rivivere gli antichi “Tante Emma Laden” (li negozio di paese dove trovavi di tutto, una specie di emporio). Questo progetto che ha per nome un acronimo, DORV (Dienstleistungen und Ortsnahe Rundum-Versorgung  Fornitura di servizi accentrata in loco) consiste nel ricreare il vecchio negozio di campagna, Dorfladen, offrendo un’alternativa nel caso in cui in un piccolo paese o nelle vicinanze non siano presenti banche, ufficio postale, panificio o macelleria, ecc. 


Tutto è nato da un’idea di Heinz Frey un ex maestro ora funzionario del ministero per le infrastrutture tedesco. Il progetto prevedeva un’analisi del territorio: il numero della popolazione residente, quali sono le strutture già esistenti, se ci sono negozi e di che tipo. Molto importante è stato anche il coinvolgimento della popolazione del paese, solo se gli abitanti si sentono personalmente coinvolti il progetto potrà funzionare. Quindi è stato necessario studiare quali erano le effettive necessità della popolazione, di quali servizi avevano bisogno, la frequenza con cui andavano a fare gli acquisti, se vivevano anziani non in grado recarsi presso farmacie troppo distanti, ecc.
Interno di un Dorfladen degli anni '60
 La maggior parte di questi paesini sono delle città dormitorio, cioè la popolazione va a lavorare di giorno nelle grandi città e fa rientro nel paesino la sera per andare a dormire, l’intera giornata viene trascorsa in città, dove la spesa viene fatta in grandi centri commerciali, o nei supermercati. La distanza dai negozi impone l’acquisto spesso di alimenti surgelati, o confezionati, a scapito della freschezza e della genuinità. A volte quindi spunta il desiderio di tornare indietro, quando il pane fresco tutti i giorni era una normalità, quando la frutta e la verdura arrivava quotidianamente al mercato ed era sempre fresca. A volte nelle case moderne non c’è spazio per accumulare scorte di detersivi, o altri  prodotti per la casa, i ripostigli vengono sacrificati per delle camere più ampie, impossibile quindi mettere da parte scorte di detersivi o altri prodotti confezionati.  Queste sono le motivazioni di base per la rinascita dei Dorfladen, dei negozi di paese. Viene anche offerta la possibilità di ordinare i medicinali dalla farmacia più vicina addirittura a Barmen è presente un ambulatorio di medicina generica e un dentista, voluto e creato dagli stessi abitanti.
Fare la spesa in Germania negli anni '50
 Acquistare solo quello che realmente serve (di norma compriamo dal 25 al 50 percento in più di quello che realmente ci serve), evitare di buttare i prodotti accumulati e scaduti, poter sceglierei prodotti, anziché acquistare a scatola chiusa, come per esempio con i surgelati, questa è la nuova tendenza che offre il Dorfladen. L’esperienza del fare acquisti diventa così anche motivo per uscire di casa e il negozio di paese ritrova la sua funzione di punto di incontro, centro di scambi. I negozi di paese devono “servire” il paese, non è il paese che “serve” il negozio. 
Interno di un DORV